Editoriale - ETUTORWEB

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La società dell’informazione è alla base dell’Ecosistema digitale
 
di Alfonso Benevento
 
L’evoluzione della tecnologia e le trasformazioni conseguenti di alcuni loro prodotti come ad esempio Internet e Web, hanno tutt’insieme definito un nuovo modello sociale sempre in continua evoluzione e indicato come “società dell’informazione”, in cui reale e virtuale, online e offline coincidono nella quotidianità individuale e collettiva.
 
Da questo nuovo modello (sociale) scaturisce il concetto di community di soggetti detto “Ecosistema Digitale”. La società che lo compone è intesa come comunità costituita contemporaneamente da persone ed esperienze appartenenti all’ambiente fisico circostante, che si relazionano tra loro sulla base dello scambio d’informazioni. È proprio l’interazione fra flussi di dati e scambi di informazioni che avvengono tra persone e cose a determinare una nuova forma di “equilibrio dinamico”, in cui ciascun individuo singolarmente o come parte della società ne è coinvolto in maniera diretta o indiretta.
 
L’Ecosistema Digitale è quindi una community di soggetti che interagendo tra loro si scambiano informazioni, le combinano per trasformarle in conoscenze, le modificano in abilità e contatti per migliorare l’esistenza individuale e quella collettiva, per soddisfare il sempre maggior numero di bisogni del singolo o della collettività.
 
All’interno di questo Ecosistema Digitale che parte da quello naturale accresciuto di complessità, ogni singolo elemento che ne fa parte contribuisce a comporre quell’unica entità che è questo nuovo sistema, proprio come avviene per le singole cellule che costituiscono un solo organismo. Ciascuno di noi come individuo, è un elemento che compone questo Ecosistema Digitale in continua trasformazione per via del cambiamento dei singoli componenti.
 
               Ne segue quindi che la trasformazione della società e il nuovo modello organizzativo impongono delle riflessioni sui concetti di inclusione sociale e disagio culturale. Se la tecnologia e la tecnica riescono a trasformare sotto forma digitale qualsiasi cosa, persino il pensiero dell’uomo che per definizione è analogico, continuamente ri-definiscono un nuovo modello sociale fatto soprattutto di interazioni differenti tra uomo e macchina e tra uomo e uomo, la cosa con cui tutti dobbiamo fare i conti è il moltiplicarsi in maniera esponenziale dei dati e delle estrazioni di questi. Una catena del pensiero che è incrementata e accelerata dalla possibilità di scambiare istantaneamente, verso qualsiasi parte del globo, messaggi. L’attuale comunicazione, che è progresso, ha creato un nuovo medium (la rete intesa come strumento di scambio di informazioni) dando vita a un rinascimento culturale in cui i disagi individuali possono essere temporaneamente ridimensionati. Inoltre la comunicazione, come prodotto di questo nuovo strumento, ha anche modificato il concetto di spazio e di tempo, accorciando le distanze e dilatando gli intervalli temporali. Questo tipo di comunicazione ha tuttavia prodotto la frammentazione della conoscenza, per cui è necessario creare nuovi quadri d’insieme in cui strumenti e contenuti concorrano a conoscere il mondo e costruire un nuovo senso di cittadinanza che possa realizzare una crescita “intelligente, sostenibile e inclusiva” per il singolo e la collettività. Gli strumenti e le tecnologie devono, perciò, servire a far conoscere meglio le potenze della natura e degli esseri umani, facendo superare quei limiti individuali e sociali che creano divario interpersonale e disagio culturale. Occorre cioè recuperare la libertà personale ed individuale diventando consapevoli della vera essenza della tecnica, per custodire le sue forze, rimanendo soggetti puri e non oggetti calcolabili e misurabili. Bisogna creare un senso nuovo e collettivo di ecologia digitale: che inneschi sistemi di conoscenza in grado di allontanare la pseudo-conoscenza; che attivi sistemi di economia circolare; che incentivi l’inclusione come forma di superamento delle diversità personali e culturali; che superi il disagio della preparazione con una formazione consapevole; che accenda strumenti di comunicazione multidisciplinari; che interpreti la robotica e l’intelligenza artificiale come strumenti e non illusioni; che faciliti l’analisi e la comprensione degli ambienti digitali come competenze individuali e collettive da raggiungere. La scuola, la famiglia e la società sono perciò chiamate ad indirizzare i giovani verso questo cammino di conoscenza consapevole.
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